Questa capacità di trattenere i donatori fidelizzati all’interno dell’Organizzazione, o meglio il rapporto tra il numero di donatori attivi (e che continuano a donare) rispetto a quelli acquisiti in un determinato periodo in gergo si chiama relation rate.
Tante fonti, un unico contenitore
Costruire un database significa, dunque, innanzitutto raccogliere in un unico collettore numerose informazioni provenienti da fonti diverse e differenti contesti; significa organizzarle in modo che chi si occupa della raccolta fondi possa costruire all’interno della mole di dati delle vere e proprie personalizzazioni, in base alle preferenze dei singoli donatori (o a categorie di donatori).
La segmentazione del database
Al fine di costruire un ottimo strumento per la raccolta fondi e aumentare la relation rate, è importante suddividere il database in diversi gruppi. Ciascun gruppo racchiuderà determinate caratteristiche di donatori, soprattutto in termini di comportamento di donazione (frequenza delle donazioni, se sono piccole, medie o grandi donazione, ecc.). Si creano in questo modo dei veri e propri cluster di donatori (ossia dei gruppi simili per determinate caratteristiche), con i quali è molto più facile intrattenere una comunicazione personalizzata, e in certi casi una comunicazione one to one.
Database donatori: iniziamo a fare ordine!
Iniziamo quindi a tirare le fila delle relazioni che abbiamo costruito finora, a registrare sul database tutte le attività dei donatori: dalle campagne effettuate (in particolare l’interesse che hanno suscitato sui donatori) agli importi che vengono versati per ciascuna campagna; dai fattori che maggiormente inducono alla donazione, alla frequenza di attività di ciascun donatore.
Ora che abbiamo iniziato ad organizzare tutte le informazioni siete pronti per importarle sul vostro CiviCRM?